Nella 22esima annuale edizione della Football Money League, Deloitte ha fatto il punto sui ricavi delle principali squadre europee e le ha classificate in base dell’ammontare dei loro fatturati della stagione 2017/18.
Il dato, secondo il quale, nessuna società appartenente ad una lega diversa dai cinque maggiori campionati (Inghilterra, Spagna, Germania, Italia e Francia) sia presente tra le top 20 e solo 3 appaiano tra le top 30, in generale conferma una tendenza oligopolistica in atto nel calcio europeo che, date anche le recenti modifiche in tema di diritti televisivi per le competizioni europee, non avrà motivi per arrestarsi, nemmeno in futuro.
La classifica, in particolare, si basa sull’abilità delle società nel generare ricavi: da botteghino (per le singole partite o attraverso gli abbonamenti allo stadio), attraverso la vendita dei diritti Tv (inclusi sia quelli per le competizioni nazionali che per le competizioni europee) e per mezzo delle fonti commerciali (essenzialmente contratti di sponsorizzazione, merchandising, tour negli stadi o altre operazioni commerciali).

Dal punto di vista della distribuzione tra i vari tipi di ricavi, in media, quelli da diritti Tv si confermano la fonte primaria per il sostentamento economico delle società, con una percentuale del 43%, rispetto al 40 e 17% per quanto riguarda rispettivamente quelli commerciali e da stadio. Ciònonostante, un trend da sottolineare riguarda l’abilità di questi club nell’aumentare in misura continua e crescente i propri ricavi provenienti dai contratti di sponsorizzazione, rispetto soprattutto a quelli da broadcast che non hanno subìto modifiche di rilievo, soprattutto perché nessun ciclo di diritti Tv è cominciato a partire dalla stagione 2017/18 in Inghilterra, Francia, Spagna e Italia.
Il report, poi, continua sottolineando il ruolo primario ricoperto dalla qualificazione e dalle prestazioni nelle competizioni UEFA per migliorare o consolidare la posizione ottenuta dai club rispetto alla classifica dell’anno precedente. In questi termini, quindi, squadre come Liverpool, Chelsea, Tottenham, Roma, Everton e Milan hanno tratto i maggiori benefici. Al contrario, Arsenal, Juventus, Leicester e Southampton hanno perso alcune posizioni in classifica per questo motivo. Si sottolinea, poi, come nel futuro, l’impatto dei ricavi dalle coppe europee sarà ancora più determinante dato che il nuovo ciclo di broadcasting ha incrementato i complessivi premi UEFA da 1.84 a 2.55 miliardi di € (ne parlavamo in merito alla qualificazione in Champions dell’Inter).
I ricavi della Serie A
Sebbene, per la prima volta, nessuna squadra italiana si sia posizionata nell’elite dei primi 10 club europei per totale di fatturato, Deloitte descrive la situazione della Serie A come una sorta di rinascita della fenice.
L’Italia, infatti, in base ai dati aggiornati alla scorsa stagione, ha riguadagnato posizioni e rappresenta la seconda nazione più rappresentata tra i top 20. Ben 4 club italiani, infatti, si classificano tra l’11esimo e il 20esimo posto, con il ritorno di Milan e Roma tra i club che hanno incassato maggiormente.
In particolare, la Juventus, per la prima volta dal 2011/12, non appare tra i primi 10 in larga parte a causa dei mancati risultati in Champions (essendo uscita ai quarti contro il Real) soprattutto se confrontati con l’exploit della Roma. Questa combinazione di eventi ha ridotto la quota di market pool a favore dei bianconeri a vantaggio dei giallorossi. In realtà il club di Andrea Agnelli ha comunque registrato un aumento del 19% nei ricavi commerciali grazie ai benefici economici legati ai contratti di naming rights per lo stadio sottoscritti con Allianz, all’esposizione sul retro della maglia del logo Cygames e in seguito ai frutti economici portati dalla decisione di internalizzare la distribuzione, commercializzazione e vendita finale del proprio merchandising.
La Roma torna nella top 20 della Money League scalando ben 9 posizioni, fino al 15 posto. In questo caso, la crescita del fatturato è inevitabilmente frutto dei flussi di denaro provenienti dai ricavi Champions dopo lo sfiorato raggiungimento della finale. Hanno registrato dei lievi aumenti anche altri canali come quello delle sponsorizzazioni, in particolare grazie all’accordo con Qatar Airways.
Nella classifica viene incluso anche il Milan che raggiunge il 18esimo posto grazie al fatturato in aumento dell’8% (207.7 milioni di € nel 2017/18) per aver superato la soglia dei sedicesimi finale in Europa League.
Il Napoli, invece, scende al 21° posto in questa edizione anche a causa dei mancati introiti europei.
Deloitte, infine, fa notare come l’aumento del numero dei club italiani in classifica sia essenzialmente legato all’aumento dei ricavi provenienti dai premi delle competizioni UEFA, mentre abbia poco a che fare con la crescita delle altre due voci di incasso. Per quanto riguarda i ricavi da broadcasting, in particolare, quello italiano viene considerato un mercato ancora troppo stagnante rispetto a quello dei competitor. L’ultima contrattazione per i diritti della Serie A, riferiti al triennio 2018-21, infatti, ha fatto registrare una crescita solo del 3% rispetto al valore contrattato per i tre anni precedenti.
Il punto sull’Inter
I nerazzurri continuano a scalare posizioni in questa speciale classifica annuale ottenendo la 14esima posizione, secondo club italiano alle spalle della Juventus. In particolare, la continua esposizione sul mercato asiatico soprattutto grazie agli accordi di sponsorizzazione regionale sottoscritti in seguito all’avvento del gruppo Suning (nel Giugno 2016) è stata fondamentale in questo senso.

Come avevamo fatto notare nel nostro articolo di analisi sull’ultimo bilancio nerazzurro , i ricavi sono aumentati del 7% nel 2017/18. Nonostante la crescita commerciale abbia subìto un rallentamento rispetto all’anno precedente, questa rimane la più importante fonte di ricavo per i nerazzurri. Se considerato il periodo 2014-18, i ricavi da botteghino sono costantemente aumentati, in particolare tra il 2017 e il 2018 (+25%). Quelli da broadcasting invece hanno subito un andamento abbastanza volatile, come conseguenza delle qualificazioni e conseguenti prestazioni nelle competizioni UEFA. I ricavi commerciali, invece, hanno fanno registrare, in particolare, un aumento esponenziale tra il 2016 e il 2017 (+136%).

In base a questi dati, Deloitte ci tiene a sottolineare come l’acquisto delle quote da parte del gruppo Suning si sia rivelato un punto di svolta per la salute economica del club nerazzurro e la sua presenza, da azionista, possa rappresentare una solida assicurazione per il futuro prossimo della società. In particolare, per quanto si può apprendere dalla presentazione dei risultati trimestrali di Inter Media legati ai ricavi contabilizzati da Giugno 2018, questi sono cresciuti di ulteriori 42.1 milioni rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. Una grossa parte è rappresentata dai 32.2 della partecipazione ai gironi di Champions mentre un’altra (7.3 milioni, +58% rispetto al primo trimestre della scorsa stagione) è costituita proprio dalla crescita dei ricavi da sponsorizzazioni regionali. La recente ufficializzazione dell’acquisto del 31.05% delle azioni societarie che appartenevano a Erick Thohir da parte del fondo LionRock Capital, che possiede già alcune quote di Suning Sports, va letto all’interno di un progetto societario che prevede di sfruttare il più possibile eventuali sinergie commerciali nel mercato asiatico.