Obiettivo raggiunto

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Ebbene si, amici, l’Inter parteciperà ai gironi di Champions della prossima stagione dopo 6 lunghissimi anni. A sancire il verdetto è stato il gol di Matias Vecino all’81esimo di un Lazio-Inter che verrà ricordato per molti anni. Ma riavvolgiamo il nastro e cerchiamo di capire come si è evoluta questa sfida.

Il primo tempo

Inzaghi ha schierato il suo classico 3-5-1-1 che spesso si trasformava in 3-4-3 attraverso l’avanzamento di Milinkovic Savic e Felipe Anderson sulla stessa linea di Immobile con Marusic e Lulic sulle fasce. Al centro della difesa è stato confermato Stefan De Vrij (che ha affrontato proprio la sua futura squadra) affiancato da Radu e Luis Felipe.
Anche le decisioni di Spalletti hanno rispettato le attese, il ballottaggio tra Vecino e Borja Valero è stato vinto dall’uruguaiano mentre per il resto è stata confermata la formazione tipo con Candreva e Perisic ad agire ai lati di Icardi.

Fin dal primo sviluppo della manovra è stato chiaro il canovaccio tattico che avrebbe dominato la sfida. La fase di pressing è stata simile per entrambe le squadre. Da una parte Rafinha, Icardi e uno tra Perisic e Candreva cercava di ostacolare l’impostazione biancoceleste mentre dall’altra Immobile, Anderson e uno tra Milinkovic e Murgia portavano pressione alla prima manovra nerazzurra.

Tuttavia, l’elemento che differenziava la manovra di Lazio e Inter era la modalità con cui le due formazioni risalivano il campo. Da una parte l’Inter cercava di eludere il pressing avversario con il possesso palla che coinvolgeva almeno tre giocatori (qui vediamo Skriniar, Vecino e Brozovic alle prese col pressing biancoceleste)

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Dall’altro lato, invece, la squadra di Inzaghi risaliva il campo in maniera più veloce e diretta affidandosi ai lanci indirizzati soprattutto verso la propria fascia sinistra in cui Milinkovic (vero mattatore della serata e fulcro del gioco laziale) e Lulic sfruttavano il mismatch fisico contro Cancelo. La scelta ha leggermente ricordato quella con cui Allegri, al ritorno contro i nerazzurri, aveva deciso di sovraccaricare la fascia difesa dal portoghese con la presenza di Mandzukic e Alex Sandro. Il 49% delle azioni di attacco laziali si è svolto sfruttando, appunto, questo lato.

Da questa tabella, emergono i dati che confermano lo stile opposto di gioco delle due squadre: la Lazio ha effettuato 72 lanci lunghi (contro i 39 dell’Inter) mentre i nerazzurri hanno registrato 471 passaggi corti (contro i 262 dei biancocelesti).

Lazio Passaggi  Inter
350 Totali 531
15 Cross 21
72 Lanci lunghi 39
262 Passaggi corti 471
Dati Whoscored

La manovra laziale ha dato i suoi frutti attorno all’ottavo minuto di gioco. L’azione del momentaneo vantaggio, seppur fortunosa nasce infatti da questo schema: lancio di Luis Felipe verso Lulic e cross verso il centro a cercare in due occasioni i centimetri di Milinkovic.

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Spalletti, quindi, ha spostato Candreva al fianco di Perisic per sovraccaricare la fascia sinistra e sfruttare i difetti di Luis Felipe nei disimpegni difensivi. Il fatto che i neroazzurri abbiano attaccato per il 43% sulla fascia sinistra e 23% su quella destra e un indice importante in questo senso.
Nonostante il vantaggio laziale i neroazzurri hanno continuato a macinare gioco e a sfruttare alcuni difetti della fase difensiva avversaria. Nell’immagine qui sotto si può infatti osservare che la difesa biancocelste tende ad abbassarsi lasciando molto spazio alle spalle dei centrocampisti. Queste occasioni sono però state sfruttate poco e male dai neroazzurri.

Spazio che concede la Lazio
Tra centrocampo e difesa biancocelste si apre una voragine.

Come tuttavia avevamo anticipato nella preview della sfida, la gestione dei calci da fermo sarebbe stata molto importante, dato che Inter e Lazio primeggiavano nella classifica delle reti segnate da questo tipo di situazione di gioco. Al 29esimo infatti arriva il pareggio nerazzurro di D’ambrosio proprio da calcio d’angolo.
Il gol rinvigorisce i nerazzurri che però faticano a mantenere l’equilibrio e si scoprono alle ripartenze biancocelesti. Errore rivelatosi fatale visto che dodici minuti dopo è arrivato, su azione di controattacco, il 2 a 1 di Felipe Anderson (giocatore perfetto per sfruttare questo tipo di gioco).

Inter attacca con 6 uomini
Pochi secondi prima del raddoppio di Anderson l’Inter attaccava l’area con ben 6 uomini (fuori dall’inquadratura Brozovic). La palla verrà ribattuta e potrà partire il fulmineo contrattacco biancoceleste.

La seconda parte

A partire dal secondo tempo, i neroazzurri si schierano a tre in fase di impostazione con l’avanzamento di Cancelo sulla linea dei centrocampisti che permette così al laterale destro di sfruttare appieno la profondità del campo visto che Candreva era stato spostato sulla fascia opposta.

Gli accorgimenti di Inzaghi invece hanno riguardato la marcatura di Rafinha. Attorno al brasiliano, infatti verrà costruita una sorta di gabbia composta da 4 giocatori, che ha influenzato il contributo del brasiliano.

Rafinha circondato
La gabbia attorno a Rafinha.

I numeri evidenziano che la sua presenza all’interno del gioco nerazzurro è stata in linea con il contributo offerto nella partita contro la Juve ma inferiore a quello contro il Sassuolo. Anche per limitare Rafinha, Inzaghi avrà probabilmente preso spunto dall’ultima sfida tra Inter e Juve.

Tocchi  Rafinha Totale squadra Contributo relativo
Lazio-Inter 59 690 8.5%
Inter-Sassuolo 106 922 11.5%
Inter-Juve 60 692 8.6%
Dati Whoscored

La necessità di recuperare lo svantaggio e di attaccare con più uomini l’area di rigore ha indotto Spalletti a operare due sostituzioni: prima fuori Candreva per fare spazio a Eder poi è stato, appunto, il turno di Rafinha al posto di Karamoh.
Col passare dei minuti il baricentro biancoceleste si era abbassato sempre più e le distanze tra i reparti tendevano ad aumentare evidenziando le note difficoltà della difesa laziale. Da una fase di pressing nerazzurro, infatti, nasce il rigore causato dall’intervento maldestro di De Vrij su Icardi e realizzato dallo stesso attaccante argentino che è diventato, così, capocannoniere del campionato.

Lazio distratta con linea offside
Da questa azione nasce il rigore su Icardi. La linea difensiva laziale sembra tutt’altro che coordinata.

Come nel ritorno dei quarti di finale di Europa League, dopo il pareggio, la Lazio ha cominciato a sbandare pericolosamente. L’espulsione di Lulic e il gol del sorpasso nerazzurro (ancora su calcio d’angolo) firmato Vecino non hanno fatto altro che evidenziare come la formazione allenata da Simone Inzaghi era ormai a corto di energie mentali e fisiche. Nei 10 minuti conclusivi la Lazio non si è resa più pericolosa e i neroazzurri hanno conquistato i tre punti.

Questa stupenda partita, che rispecchia l’andamento stagionale di Lazio e Inter, ci racconta di due squadre tutt’altro che perfette ma conferma che la differenza di valori è stata veramente molto sottile come confermano i 72 punti conquistati da entrambe le squadre ma anche la mappa degli expected goals della sfida:

Gli errori da una parte e dall’altra non sono mancati e a conquistare la posta in palio è stata la squadra che, probabilmente, ci ha creduto di più ma anche quella che aveva più risorse fisiche e psicologiche. La gestione dei cambi da parte di Inzaghi non è stata perfetta: togliere Immobile per inserire Lukaku non ha dato i frutti sperati. In generale, comunque, la Lazio ha pagato a caro prezzo i numerosi infortuni avvenuti nel finale di stagione e l’elevato numero di partite giocate che inevitabilmente hanno consumato il carburante a disposizione.
L’Inter, dall’altra parte si è confermata una squadra con molte lacune ma guidata da un tecnico che ha saputo indicare la rotta anche nei momenti più difficili.

Ora per i neroazzurri si aprono le porte della Champions che garantiranno qualche decina di milioni di euro e un posto tra i più grandi d’Europa.

 

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