“Chi sa solo di calcio non sa niente di calcio” è la miglior frase possibile per spiegare l’arrivo di Marotta all’Inter. Niente di meglio della più famosa citazione di Mourinho – ultimo allenatore a portare nell’olimpo la Milano nerazzurra – per salutare l’ingresso dell’uomo il cui obiettivo dichiarato è riportare l’Inter al centro del calcio mondiale.
Piano Suning
In un Bernabeu in parte festante ed in parte malinconico – post finale trionfante sul Bayern – Moratti aveva cominciato ad accettare il dolore della perdita. Nel momento più alto della sua presidenza aveva realizzato come da quel momento in poi, per tornare a raggiungere quell’estasi totale, sarebbe servito un cambio di rotta nella gestione societaria, più aperta ai mercati asiatici e dotata di un management capace di trasformare il club in una potente multinazionale.
Sono serviti due passaggi di proprietà e sei allenatori prima di ottenere una stabilità che garantisse all’Inter le stesse possibilità di sognare del passato. Non è più l’era del presidente mecenate, è l’era del fatturato, della copertura commerciale, del “brand awareness” e della comunicazione digitale.
In questi primi due anni Suning ha agito strategicamente in ogni area del management nerazzurro. Dalle partnership con le aziende cinesi volenterose di legarsi ad un marchio così potente e vicino al governo di Xi Jinping, alla rivoluzione della comunicazione. La famiglia Zhang ha dimostrato estreme capacità di flessibilità, di attenzione verso l’unicità del mondo calcistico e di adattamento rispetto alle contingenze politico-economiche di un paese unico come la Cina.
In seguito all’inserimento del calcio tra gli investimenti strategici da parte del governo cinese, Suning aveva elaborato un piano commerciale per dar vita ad un vero e proprio network costituito da un club principale in Europa (Inter), uno in Cina (Jiangsu Suning) ed una serie di squadre-satellite (Gil Vicente in Portogallo e Mouscron in Belgio). Una figura come quella di Sabatini doveva rappresentare il tramite ideale tra le diverse realtà, sfruttando la condivisione di principi tecnico-tattici ed il comune coordinamento per pescare talenti nei diversi bacini territoriali e permetter loro una crescita omogenea. La diversificazione dell’investimento calcistico avrebbe permesso una miglior penetrazione sul mercato europeo capitalizzando sui tifosi dei singoli club e nel frattempo avrebbe permesso a Suning di creare una potenza dell’intrattentimento seconda soltanto al City Football Group – network che include Manchester City, Melbourne City FC, New York City FC e Atletico Torque oltre alle partecipazioni nel Girona e nel Yokohama F. Marinos – nel mondo del calcio. La retromarcia del governo cinese, arrivata subito dopo le spese folli dei club locali con conseguente svalutazione dello Yen, ha smorzato i piani del gruppo Suning, costringendo la famiglia Zhang a concentrare le proprie forze su un club in particolare, l’Inter.
Perchè Marotta
Sono bastati poco più di due anni a Zhang jr per completare l’immedesimazione nel contesto interista, nella sua pazzia e nella sua forte connessione emozionale. Le lacrime dell’Olimpico, scese dopo l’assurda rimonta valsa il quarto posto nel passato campionato, lo hanno certificato come parte integrante del mondo nerazzurro. Ora sente però il bisogno di affermare lo status raggiunto dalla sua Inter anche fuori dal campo.
30 anni di esperienza nel calcio ad alti livelli significano connessioni, amicizie, contatti, esperienze. Marotta conosce gli uomini dietro ai direttori sportivi, agli agenti, sa quali leve li muovono, sa dove chiedere favori, dove trovare terreno fertile. È consigliere federale e il suo peso in Assemblea di Lega non è inferiore a quello di nessun altro. Il suo arrivo non va letto come un tentativo di cambiare la percezione dell’Inter nel contesto nazionale ed europeo quanto di legittimarne la forza ritrovata in ambito commerciale e sportivo nell’ultimo anno. La scelta Marotta è una scelta politica e di leadership necessaria per compiere l’ultimo passo, per trasformare un buon cavallo in un cavallo vincente. L’ex AD bianconero è per la famiglia Zhang la persona capace di guidare la crescita del giovane Steven nel mondo del calcio italiano, è l’uomo che ha accompagnato la crescita di Agnelli da giovane rampollo a presidente dell’ECA, la figura di esperienza e carisma ideale da cui imparare. Ha guidato la Juventus dagli anni dei settimi posti ai sette scudetti consecutivi, ha portato a Torino giocatori come Pogba, Pirlo, Khedira, Tevez minimizzandone l’impatto sul conto economico ed ha saputo rivendicare il peso bianconero nelle sue battaglie in Lega con Tavecchio, Galliani e Lotito.
La recente nomina di Zhang jr. a presidente dell’Inter è un forte segnale che certifica la voglia di andare oltre il ruolo di mero proprietario e di diventare parte integrante dello sviluppo del club. L’affiancamento di un manager di esperienza come Marotta permetterà a Steven Zhang di imparare a destreggiarsi nelle pieghe intricate del calcio italiano ed affermare con autorità il potere dell’Inter in Italia ed Europa. La stessa reticenza nell’esporsi pubblicamente in lingua italiana è segnale di come Zhang jr voglia prima essere sicuro di poter trasmettere la sua immagine, autorità e competenza anche nella lingua locale. Non vuole rischiare di apparire inadatto, inadeguato.
Marotta al suo arrivo non troverà una società in difficoltà, priva di leadership e risultati come successe a Torino, troverà un team dirigenziale modellatosi attorno alla figura di Steven Zhang. Nei suoi anni in bianconero ha saputo creare una perfetta alchimia tra il suo lavoro, quello di Paratici e l’operatività aziendale, una volta giunto a Milano dovrà utilizzare le stesse capacità per integrarsi al meglio con Ausilio e Gardini, esaltandone l’ottimo lavoro sin qui svolto sotto l’egida Suning. Sarà l’AD sportivo dell’Inter, avrà un peso fondamentale in ogni forma di trattativa, dai rinnovi agli agganci con procuratori e direttori sportivi, coordinerà l’operato di Ausilio e dei suoi uomini scout con un solo obiettivo in testa: essere la prima squadra in Italia a fermare il dominio bianconero.
Aldilà del chiacchiericcio di questi giorni, dove il nome di Marotta viene avvicinato ad infinite possibilità di mercato – da Rabiot a Modric, da Martial ad Andersen, etc. – i suoi primi compiti saranno legati a coloro che hanno riportato i nerazzurri in Champions League, a confermare i pilastri di questa Inter. Skriniar ed Icardi sono infatti da mesi in trattativa per prolungare il loro contratto e la loro continua crescita di rendimento – in Italia, in Europa così come in Nazionale – non fa altro che fomentare le voci di interessamenti esteri, mettendo sempre più pressione alla dirigenza interista. Allo stesso modo, Marotta dovrà portare da Torino la sua straordinaria capacità di massimizzare i ricavi dalle cessioni di giocatori ai margini o fuori dai piani del club. Sebbene il periodo di Settlement Agreement con l’UEFA sia ormai prossimo a terminare – Giugno 2019 – in questi ultimi mesi l’Inter dovrà rientrare delle spese annuali riuscendo a piazzare più di qualche colpo in uscita. Dopo le imprese di Ausilio delle score estati, Marotta avrà il compito di evitare un’ulteriore impoverimento del settore giovanile nerazzurro e cercare plusvalenze in giocatori ormai lontani dalle idee di Spalletti – vedi il prossimo rientrante Gabigol – o di quelli rivitalizzati in queste ultime partite prima della sosta – Joao Mario su tutti.
Prossime mosse
Gestione interna dell’hospitality, creazione di contenuti originali attraverso Inter Media House, la nuova Inter ha subìto una trasformazione nell’intero complesso delle attività aziendali. La famiglia Zhang, assieme al management nerazzurro, ha scelto di gestire a 360 gradi tutte le attività inerenti al club in modo tale da avere un totale controllo sulla catena del valore e garantire omogeneità nel modo di comunicare con i tifosi. È una scelta che porterà l’Inter a lasciare gli uffici di Corso Vittorio Emanuele II per dar vita alla nuova casa nerazzurra in zona Porta Nuova, area considerata strategica dalla famiglia Zhang e che garantirà spazi sufficienti per ospitare il crescente numero di dipendenti dell’azienda Inter.

In un’era in cui l’identità di un brand è il fondamento primo per raggiungere tifosi e consumatori, l’Inter ha saputo capitalizzare il peso del gruppo Suning sul mercato cinese per riguadagnare competitività in ambito nazionale ed europeo. Da società in difficoltà nel massimizzare il valore del proprio brand a prima in Italia per ricavi commerciali – 130 milioni di euro nel 2016/2017 davanti alla la Juventus, seconda in Italia con 114,4 – l’Inter è ormai una società solida che sa camminare sulle proprie gambe a prescindere dai flussi di capitali della proprietà. Un miglioramento che posiziona i nerazzurri alle spalle dei migliori club europei, club con cui il gap, tuttavia, è ancora rilevante. Per colmarlo, alla solidità commerciale data da Suning negli ultimi anni, andrà aggiunta continuità nell’ottenere la qualificazione alla Champions League e risultati che possano riportare l’Inter nelle top 16 del calcio europeo. Riuscire ad accedere agli ottavi di finale già da questa stagione, superando lo scoglio di un girone infernale, permetterebbe ai nerazzurri di riaffermarsi con convinzione nel palcoscenico più importante del calcio mondiale ed aumentare significativamente il riconoscimento internazionale del proprio brand (al momento 13° brand calcistico al mondo, con un valore di $475 milioni).
Dal punto di vista del fatturato, assume vitale importanza l’aumento dei ricavi da stadio, al momento lato debole del fatturato nerazzurro (25.7 mln, 16° in Europa). In tal senso, sarà fondamentale il ruolo di Marotta nel portare avanti il progetto Inter, trovando con il Milan il modo migliore possibile per coesistere in un San Siro rimodernato. Negli anni passati il progetto della famiglia Zhang non aveva trovato sviluppo a causa dell’instabilità proprietaria della presidenza Li, l’arrivo di Elliot ed il recente positivo incontro tra le dirigenze di Inter e Milan rappresenta un primo, positivo step verso la valorizzazione del fattore San Siro. Tra le idee sul tavolo quella di trasformare il terzo anello in una zona adibita a ristoranti e negozi, oltre alla creazione di due aree di ingresso differenti per Inter e Milan in modo da personalizzare al massimo l’esperienza delle tifoserie dei rispettivi club. Con 65.263 spettatori in media per l’Inter e 54.393 per il Milan, San Siro è lo stadio che accoglie il maggior numero di tifosi in Serie A. Massimizzare il valore delle attività pensate per i tifosi pre e post-match è l’unica possibile via per ridurre il gap con Juventus e big europee (43.7 milioni di euro generati dallo Stadium nella passata stagione, in Europa comanda il Barcellona con 135,7 milioni).
Rafforzare la diversificazione dei ricavi in entrata, riconquistare potere ed autorità in Italia ed Europa, affermarsi come uno dei brand sportivi più potenti al mondo. Il piano Suning è ormai operativo, l’arrivo di Marotta è un tassello in più verso il ritorno dell’Inter nei piani alti del calcio mondiale.
I dati presenti in questo articolo sono tratti dal report Football Money League di Deloitte.
L’immagine relative al quartiere di Porta Nuova di copertina è tratta dal profilo Instagram ufficiale dell’Inter.