Pochi rischi, passaggi col contagiri e gol (senza subirne). Non è l’Inter a cui siamo abituati, è forse l’Inter a cui dovremo abituarci? Troppo presto per dirlo, tuttavia non possiamo fare a meno di notare il salto di qualità fatto dalla Beneamata: tanta sostanza ed a tratti anche tanta qualità. La strada è ancora lunga e sappiamo bene che in casa Inter l’entusiasmo è un’arma a doppio taglio, dopo Milan e Lazio però, c’è un bel po’ di consapevolezza in più. Mettiamo a fuoco dunque la partita dell’Olimpico, il “materiale” più fresco su cui lavorare.
Il racconto della partita
L’Inter arriva a Roma con alle spalle un periodo molto positivo “macchiato” parzialmente dalla sconfitta del Camp Nou (l’unica vera fin qui). La squadra di mister Spalletti si trova a dover affrontare una delle formazioni più ostiche del campionato reduce dalla vittoria di prestigio contro il Marsiglia in Europa League, la Lazio di Simone Inzaghi.
Non è mai facile affrontare i bianco-celesti, tanto meno nella loro tana. Icardi e compagni si trovano di fronte ad una prova di maturità che non possono fallire, bisogna dare continuità ma soprattutto un segnale forte al campionato. Pronti-via ed ecco che viene preso in mano fin da subito il pallino del gioco, come a voler mettere le cose in chiaro. La Lazio è palesemente avvelenata dallo scorso venti maggio, e con lei i suoi tifosi, peccato che l’atteggiamento mostrato dall’Inter sia quello di chi se ne frega e vuole fare la partita, per darvi un’idea del menefreghismo metto la faccia da schiaffi di Epic Brozo:
Spezzo una lancia a favore del croato: smista una mole impressionante di palloni, rompe l’azione avversaria ed imposta. Il contatore dei passaggi raggiungerà quota 86 (solo Asamoah con 92 ne effettua di più) con una precisione che sfiora il 92% (secondo miglior risultato dopo Skriniar). Se l’Inter ha cambiato volto è anche perché lui per primo ha cambiato marcia da un po’ di mesi a questa parte, nessuno è imprescindibile ma lui ci va vicino.
Tornando a Roma, la partita si sblocca alla mezz’ora guarda caso con un tocco di Vecino che libera Icardi ad un passo da Strakosha, il capitano da lì non non sbaglia e porta in vantaggio l’Inter. Il tandem sudamericano si esalta ancora una volta all’Olimpico. Il prosieguo della partita non si può dire sia un monologo a tinte nerazzurre, infatti qualche sfuriata da parte di Immobile e Caicedo s’è anche vista, peccato che Skriniar e Miranda abbiano deciso di tappare ogni buco, con l’aiuto di Handanovic nei casi più “estremi”. Secondo il modello di Understat, saranno 1.26 gli expected goals prodotti dalla Lazio contro gli 1.62 dei nerazzurri.
L’Inter, comunque, ad oggi è la squadra che ha subito meno gol (6), nonostante dietro si alternino spesso De Vrij e Miranda, cosa che potrebbe togliere continuità ma di fatto non lo fa.
Allo scadere del primo tempo poi, ci pensa il nostro Epic a raddoppiare. Il classe ’92 trova il tempo di aggiustarsi il pallone al limite dell’area e con un preciso diagonale trafigge la porta bianco-celeste, si va a riposo nel migliore dei modi.
Dalla ripresa tutti si aspettano una reazione immediata della Lazio, che effettivamente ci prova, è disarmante però la tranquillità unita alla qualità, con cui l’Inter si districa anche nelle situazioni più spinose uscendo palla al piede spesso in un fazzoletto di campo. E questo è un dato importante: la mano di Spalletti dopo circa un anno e mezzo di lavoro sembra vedersi, i giocatori controllano con naturalezza anche le difficoltà oltre ai momenti favorevoli. Ovviamente qui parliamo di frammenti di partita, questa capacità va estesa per un’intera stagione, se non altro è un inizio, se è qualcosa di più lo capiremo.
Il tre a zero che arriva al 70′ porta sempre la firma di Icardi, bravo ad eludere l’intervento del difensore avversario. Il bello del terzo gol sta proprio nel fatto che non è il primo o il secondo della partita, ma bensì il terzo. Sì perché nonostante si riesca a vincere, non si riesce mai a farlo con uno score elevato, altro dato positivo della serata romana dunque, che se non fuga tutti i dubbi sulla nostra Inter almeno ne toglie un paio. Tuttavia di certezze con questa squadra non ne abbiamo mai avute, perché l’Inter è tutto ed il contrario di tutto, genio e sregolatezza. Proprio per questo mi sento di definire questa partita “atipica”, perché nella sua perfezione, per fortuna o purtroppo, non è stata da Inter.
La partita di Roma ha messo in luce anche alcuni interessanti aspetti tattici che hanno fatto le fortune dell’Inter in questa sfida e che potrebbero essere riproposte nelle prossime uscite.
Meno cross e più palla a terra
Un dato curioso è quello riferito al numero dei cross effettuati dall’Inter ieri: per la prima volta in stagione, infatti, sono stati gli avversari a primeggiare in questa speciale sfida (27 contro 13). Vuoi perché non giocava Candreva, o perché l’obiettivo era quello di mettere in difficoltà la difesa laziale in modo diverso, la scelta di optare per palloni “bassi” ed inseguire maggiormente le vie centrali, ha dato buoni frutti. La lazio, infatti, dispone di un centrocampo molto folto con giocatori di qualità, è facile dunque rimanere imbrigliati nelle maglie della mediana di Inzaghi, tuttavia con un buon giro-palla la nostra metà campo ha surclassato quella avversaria.
Joao Mario
La chiave tattica del gioco espresso ieri sera, non credevo di poter dirlo, sembra essere stato Joao Mario, bravo ad attaccare gli spazi e ad accorciare tra le linee nel momento del bisogno. Un giocatore che in nazionale porta la “10” e che all’Inter fatica a giocare gli ultimi cinque minuti, all’Olimpico è risultato in partita fin da subito, tanto da determinarne positivamente l’andamento. Da qui ad una maglia da titolare nelle prossime gare ne passa, anche se il suo impiego può offrire delle soluzioni tattiche da non sottovalutare, considerando soprattutto i numerosi impegni che la squadra deve affrontare.
Spalletti
“Seguitemi e vi porterò lontano”, sembra essere questo lo slogan sottinteso del tecnico di Certaldo. Fa scelte a volte discutibili, fino a che arriveranno i risultati però avrà sempre ragione lui.
Gagliardini tagliato fuori, Joao Mario estratto dal nulla, poco spazio a Lautaro, qualche tifoso storce il naso alle volte. Con un centrocampo orfano di Nainggolan, il tecnico di Certaldo ha scelto di invertire il triangolo di centrocampo rendendo il modulo più simile ad un 4-3-3 grazie all’invenzione di Joao Mario nel ruolo di mezz’ala.
Il fatto che tutti i giocatori sembrino remare nella stessa direzione è anche e soprattutto merito suo.
Sembra tornata la “normalità” in casa Inter, che ci sia da preoccuparsi?
Deki.
L’immagine di copertina è tratta dal profilo Twitter ufficiale dell’Inter.