Negli ultimi giorni si è sparsa la notizia secondo cui Inter e Juve potrebbero dare origine ad uno scambio che avrebbe del clamoroso: Icardi potrebbe accasarsi alla Juve che sarebbe disposta a sborsare 50 milioni ed il cartellino di Gonzalo Higuain.
Inizialmente sembrava una mera boutade giornalistica per riempire le pagine di giornali che in questo periodo, tra conclusione del campionato e attesa di un Mondiale che non vedrà l’Italia tra le partecipanti, non hanno granché da raccontare.
Col passare dei giorni, però, il tema è diventato un vero e proprio argomento di discussione. Ad alimentare il tutto ci hanno pensato le parole di Tronchetti Provera e soprattutto di Massimo Moratti che non si sono dichiarati totalmente contrari allo scambio.
Abbiamo quindi deciso di scrivere un pezzo per raccogliere eventuali pro e contro di questo scambio che farebbe (e ha gia fatto) tanto discutere.
Stili di gioco a confronto
Sebbene ricoprano lo stesso ruolo, i compiti che svolgono i due attaccanti argentini sono molto diversi, quasi opposti.
Icardi è il tipico finalizzatore d’area di rigore, l’abilità con cui riesce a smarcarsi dai difensori avversari è il suo principale marchio di fabbrica. Nella lettura dei tempi di gioco, senso della posizione, agilità e gioco spalle alla porta è uno degli attaccanti più forti d’Europa.
Questo video, che raccoglie tutti i 29 gol firmati nell’ultima stagione con la maglia nerazzurra, evidenzia che stiamo parlando di un attaccante dalle doti eccezionali.
https://www.youtube.com/watch?v=LYDHUuyrNRI
Tuttavia, il principale difetto del suo gioco consiste nel modo con il quale contribuisce (o meglio, non contribuisce) alla manovra della propria squadra. Molto spesso infatti, Icardi, rimane alto e isolato tra la morsa delle difese avversarie che hanno, così, gioco facile a limitarlo ed anticiparlo.
Ed è un vero peccato perché, soprattutto quest’anno ha dimostrato che quando si è abbassato per raccogliere il pallone verso il centrocampo ha creato occasioni per l’inserimento dei compagni:
[vimeo 272820471]
In questa intervista esclusiva a Inter Tv, l’attaccante prova a dare una spiegazione a questa scelta tattica:
È innegabile, però, come in alcune partite questo tipologia di gioco, sempre protesa all’attacco della profondità, renda prevedibile e macchinosa la manovra. Per dare un’idea, se consideriamo il numero di passaggi come indice di coinvolgimento nella manovra, Icardi effettua il minor numero di passaggi (ogni 90′) tra gli attaccanti di serie A con più di 20 presenze (13.5, dati Whoscored). Questo dato viene ancor più evidenziato se confrontato con quello di altri centravanti di ruolo come Higuain, appunto, Dzeko e Immobile.
Passaggi per partita | Lunghezza media passaggi (metri) | |
Icardi | 13.5 | 12.47 |
Higuain | 21.8 | 16.35 |
Dzeko | 22.9 | 15.16 |
Immobile | 25.47 | 13.03 |
Inoltre, il dato secondo il quale il Pipita compie, in media, passaggi più lunghi rispetto a quelli dei suoi colleghi indica che il suo ruolo nella Juve di Allegri non si limita solo a quello di finalizzatore d’area di rigore ma si avvicina più a quello di regista avanzato.
Le heatmaps dei due centravanti, effettivamente, confermano questa tendenza.


I compiti assegnati al Pipita sono, quindi, di diverso tipo rispetto a quelli a cui era abituato a Napoli con Sarri, ad esempio. Da questo punto di vista, la sua realizzazione sottoporta, specialmente nell’ultima stagione, ne ha risentito visto che ha messo a segno “solamente” 21 gol stagionali ma dall’altra parte ne ha beneficiato il suo contributo per i compagni: 7 assist tra campionato e Champions rispetto ai 4 della passata stagione.
I suoi movimenti hanno, così, favorito gli inserimenti dei vari Dybala, Cuadrado, Mandzukic o Khedira.
[vimeo 272826532]
In questo senso, è verosimile che Allegri richiederebbe ad Icardi una maggiore partecipazione alla manovra rispetto agli standard a cui è abituato.
Dal confronto tra i due emerge come Icardi sia un giocatore meno completo e che il suo stile di gioco tenda ad influenzare maggiormente la manovra della squdra rispetto ad Higuain. Pensiamo solo al fatto che difficilmente, nella sua ancora breve carriera, Icardi è riuscito a convivere con una seconda punta. Al contrario Higuain, che aveva esordito nel River come trequartista, ha dimostrato di saper offrire più soluzioni tattiche (aspetto fondamentale nel calcio odierno e nella filosofia di Spalletti).
L’aspetto economico
Dal punto di vista economico vanno fatte diverse considerazioni. L’Inter, il 30 giugno 2018, si appresta a chiudere l’ultimo bilancio che verrà monitorato dagli organi Uefa, come previsto nel settlement agreement stipulato a maggio 2015. Il valore residuo di Icardi nel bilancio nerazzurro si aggira attorno ai 3.7 milioni. Supponendo che la Juventus offrisse 50 milioni più Higuain, Icardi verrebbe valutato tra i 105 e 110 milioni. Con una proposta di questo tipo, l’Inter farebbe una plusvalenza di 101.3/106.3, ben oltre i 30 milioni necessari per chiudere in parità il conto economico.
Higuain dall’altra parte è stato pagato 91.3 milioni due stagioni fa e a bilancio ha un valore residuo di circa 55 milioni. Ecco che, in questo modo, i bianconeri riuscirebbero ad evitare una minusvalenza (molto difficilmente la Juve riuscirà a rivenderlo per una cifra superiore ai 37 milioni il prossimo anno) e sbarazzarsi di un calciatore che, fra ammortamento e stipendio lordo, ha un peso di circa 33 milioni.
Sotto questo profilo la Juventus ne trarrebbe un enorme vantaggio e forse l’Inter, sul lungo periodo, non farebbe un grandissimo affare.
Oltretutto, è innegabile come la cessione del proprio capitano e simbolo ai rivali storici, proprio nell’anno in cui i neroazzurri torneranno in Champions, creerebbe non poco malcontento tra la tifoseria. La clausola rescissoria di 110 milioni, inserita nel contratto di Icardi (valida per l’estero solo per i primi 10 giorni di Luglio) lascia comunque in apprensione l’ambiente interista perché, in un contesto inflattivo dei prezzi del mercato attuale, non va sottovalutato il pericolo che qualche club straniero (Chelsea su tutti) la eserciti.