Sistemi di gioco a confronto
Il Cagliari, a sorpresa, si presenta inizialmente con il 3-5-2, rinunciando al rombo di centrocampo e alla difesa a 4 a cui ci ha abituato Maran.
Robin Olsen sostituisce tra i pali Rafael. Pisacane compone la linea dei 3 insieme a Ceppitelli e Klavan. In mediana, Rog e Ionita affiancano Nainggolan. I due quinti, invece, sono Luca Pellegrini e Nahitan Nandez.
Interessante il ruolo dell’uruguaiano, ex Boca, che rimane sempre molto largo in fascia destra con compiti, soprattutto, di tamponamento e aggressione alla circolazione bassa nerazzurra.
Davanti, la coppia di attaccanti è formata da Cerri e Joao Pedro. La prestazione del primo ha fatto rimpiangere notevolmente la pesante assenza di Pavoletti.
In casa Inter nessuna novità: confermata in toto l’undici iniziale contro il Lecce.

Per 80′, fino all’ingresso di Castro per Ceppitelli e il ritorno al 4-3-1-2, lo schieramento a specchio ideato da Maran ha avuto due vantaggi: da una parte veniva privilegiata la copertura dell’ampiezza (tasto dolente nella partita di esordio col Brescia) perché Pellegrini e Nandez si mantenevano quasi sempre sulla linea laterale, inoltre le mezzali sono state sgravate di gran parte del lavoro, fatto di scalate in orizzontale e verticale, che avrebbero dovuto sobbarcarsi nel 4-3-1-2 dedicandosi, così, soprattutto alla protezione dei mezzi spazi in cui avrebbero dovuto inserirsi Vecino e Sensi.
Gli svantaggi erano, essenzialmente, legati al fatto che, senza trequartista, il Cagliari ha perso il gioco tra le linee e, con esso, imprevedibilità offensiva affidandosi quasi esclusivamente ai tiri da lontano di Nainggolan e agli strappi del belga e di Ionita. L’ingresso di Simeone per Cerri al termine dei primi 45′ ha migliorato, se non altro, gli attacchi alla profondità dei rossoblú.

Note negative Inter
- Le posizioni di Pellegrini e Nandez, soprattutto, hanno limitato rispettivamente le discese sulla fascia di Candreva e Asamoah con l’Inter che non riusciva a trovare spazi e tempi gusti per il tipico gioco sulle fasce laterali.
- Vecino non sembra ancora entrato in forma.
- La solidità del Cagliari non ha concesso, soprattutto nella prima frazione, le ripartenze in campo aperto di Lukaku e Lautaro. Sono emerse, quindi, le difficoltà del belga nel gioco sullo stretto e anche in quello spalle alla porta quando la situazione non prevedeva sponde dirette.
- I meccanismi difensivi in fascia destra si confermano un tasto dolente con Candreva non sempre concentrato nel difendere lo spazio alle spalle. Non è un caso che il gol del pareggio nasca da una indecisione con D’Ambrosio nella marcatura.
- La costruzione del Cagliari ha messo in luce alcune falle nelle linee di pressione nerazzurre. Nella prima frazione, le pressioni individuali di Sensi e Brozovic sono state aggirate troppo facilmente. Quando uno dei due usciva sul playmaker avversario, si liberavano spazi ai fianchi dei due mediani per l’attacco alla porta. Il Cagliari, però, soprattutto con Rog, ne ha approfittato raramente.
Note positive Inter
- La squadra è stata abile nei primi 20′ a mantenere la barra dritta dopo l’avvio a spron battuto dei padroni di casa.
- L’ingresso di Barella ha fatto da contraltare alla prestazione di Vecino dando la spinta per la ricerca del vantaggio nerazzurro. L’ex cagliaritano ha contribuito ad alzare il baricentro nerazzurro con preziose conduzioni palla al piede.
- Sensi si conferma in forma strabiliante: cross pennellati, un assist, una giravolta in piena area con cui si guadagna il rigore del vantaggio trasformato da Lukaku e, più in generale, una sensibilità unica negli smarcamenti e nell’eludere il pressing avversario. Meriterebbe un articolo di approfondimento.
- I 10′ di gioco di Godin sono stati arte pura. Nel momento di pressione finale del Cagliari ha dato sicurezza e tranquillità alla linea difensiva da vero maestro.
- In fase di costruzione nerazzurra, gli scambi di posizione, specialmente tra mezzali e quinti, hanno generato buone uscite dal pressing cagliaritano.
