Aggressività e ripartenze: il Psv di Van Bommel

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Dopo la storica rimonta col Tottenham, nel secondo turno di Champions i nerazzurri sono attesi dalla sfida contro il Psv Eindhoven. I campioni d’Olanda in carica sono attualmente allenati da Mark Van Bommel. L’ex giocatore di Barcelona, Bayern Monaco e Milan ha raccolto l’eredità di Philip Cocu che, dopo sei stagioni alla guida dei Boeren (i contadini, come vengono chiamati i tifosi per le loro origini provinciali) in cui ha vinto tre campionati e due supercoppe nazionali, ha accettato l’offerta del Fenerbahçe. Van Bommel, invece, è alla sua prima esperienza come tecnico di una prima squadra di club dopo le esperienze come vice dell’Arabia-Saudita, dell’Australia e come allenatore del Psv under-19.

Il video di presentazione del nuovo tecnico.

In occasione della presentazione alla stampa il nuovo tecnico dei biancorossi è sembrato avere le idee piuttosto chiare sullo stile di gioco che si aspetta di vedere dai propri uomini: “Il PSV deve controllare e dominare gli avversari anche quando non sarà in possesso del pallone” sono state le sue dichiarazioni.
Nonostante il modulo di gioco (4-2-3-1) sia rimasto lo stesso, nelle intenzioni del neo-tecnico si possono ritrovare una maggiore attenzione: al mantenimento di un controllo più costante sulla partita (aspetto che manca, solitamente, alle squadre troppo verticali), ad occupare la metacampo avversaria con più uomini, ad alzare il baricentro della squadra di qualche metro e ad effettuare un pressing più organizzato rispetto a quello visto fino allo scorso anno.
A ben vedere, in effetti, appaiono delle differenze rispetto alla squadra di Cocu che preferiva, invece, mantenere un atteggiamento piuttosto attendista e reattivo. Nonostante il campione composto dalla sfida col Barcellona in Champions e dalle prime sei di campionato sia statisticamente poco significativo, si possono fare alcune riflessioni.
Per quanto riguarda un maggior controllo del possesso, i dati indicano che non ci sono grandi differenze rispetto allo scorso anno: se con Cocu il Psv faceva registrare una media del 50%, con Van Bommel siamo al 51.7%, molto lontani, tuttavia, rispetto ad Ajax (61.1%) e Feyenoord (57.4%) ad esempio. Anche il numero di passaggi corti per partita è leggermente aumentato ma non in maniera tale da far pensare ad un radicale cambio di rotta: dai 350 dello scorso anno si è passati ai 410 attuali.
La percentuale di passaggi completati si aggira attorno all’80%, in linea con il 79% dello scorso campionato.
Fino a questo momento il principale aspetto di discontinuità rispetto alla gestione Cocu emerge in riferimento al numero di contrasti effettuati per partita. Se nella scorsa stagione i Boeren si trovavano all’ultimo posto con 14.7, quest’anno si piazzano al secondo con 20.3 facendo registrare un aumento del 38% a simboleggiare, quindi, un atteggiamento più aggressivo della squadra.

Mercato in entrata e uscita

Oltre al cambio tecnico, rispetto alla scorsa stagione, la rosa è mutata in alcuni elementi. A lasciare Eindhoven sono stati soprattutto Marko Van Ginkel, che è tornato al Chesea e il terzino destro Santiago Arias che ha accettato l’offerta dell’Atletico Madrid.
Il primo, dopo varie esperienze in prestito fra Chelsea e Milan, si è reso autore di una stagione superlativa sia sotto l’aspetto realizzativo (16 gol e 5 assist stagionali) che sotto quello difensivo visto che, da mediano, aveva anche il compito di dare protezione alla difesa. Arias, invece, si è confermato come uno dei terzini destri più tecnici e moderni del campionato olandese (e più in generale del panorama europeo) con 1.8 passaggi chiave per partita, 3 gol e 6 assist. Il Psv, infatti, per risalire il campo si affidava spesso alle conduzioni palla al piede del giovane terzino colombiano: dopo i due difensori centrali e Van Ginkel, è stato il giocatore più coinvolto con 44 passaggi effettuati per partita.

Il saluto che i Boeren hanno dedicato ad Arias.

Data anche la cessione all’Hoffenheim dell’altro terzino, Joshua Brenet, il Psv ha dovuto,quindi, “rifarsi” le fasce e sostituire Van Ginkel a centrocampo. Per quanto riguarda i terzini, sono arrivati profili molto giovani ma diversi fra loro: a sinistra gioca il 22enne laterale Angeliño preso in prestito dal Manchester City che, fino a questo momento, ha dimostrato di avere un’ottima tecnica di base. A destra Arias è stato sostituito con Denzel Dumfries dall’Hereenven per una cifra di 5.5 milioni. Quest’ultimo, al contrario di Angeliño, si fa notare più per il suo atletismo che per particolari doti creative: mentre lo spagnolo viaggia ad una media di 2.4 passaggi chiave e 2.2 dribbling per partita, i numeri del laterale olandese non sono così entusiasmanti visto che si ferma rispettivamente a 0.4 e 0.2. D’altra parte però, Dumfries, con i suoi 188 cm per 80 kg rappresenta una minaccia costante nelle aree di rigore avversarie in occasione dei calci piazzati dove può far valere la propria superiorità fisica.
L’eredità di Van Ginkel, invece, sarebbe dovuta essere stata raccolta dal 23enne Ryan Thomas ma, a fine Agosto, lo sfortunato centrocampista neozelandese ha subìto una lesione al legamento crociato che lo costringerà a saltare l’intera stagione. In queste prime uscite, quindi, accanto al mediano Hendrix, Van Bommel ha schierato il più conservativo Pablo Rosario.

Per quanto riguarda gli uomini offensivi, non ci sono stati mutamenti rispetto allo scorso anno: ad agire alle spalle del possente centroavanti Luuk De Jong (188cm per 86 kg) c’è Gaston Pereiro, mentre ai suoi fianchi troviamo le due ali Bergwijn e Lozano (vera stella della squadra).

El Chuki Lozano

Nonostante le richieste provenienti dai più grandi club europei in seguito alle prestazioni nella scorsa Eredivisie e al Mondiale di Russia col Messico, Hirving El Chuky Lozano ha deciso di rimanere un altro anno in Olanda per portare a termine quel processo di maturazione intrapreso nell’estate 2017 quando il giovane talento messicano ha deciso di lasciare il Pachuca per vestire i colori dei Boeren.

El Chuky si è fatto conoscere dal grande pubblico grazie anche a questo gol col quale il Messico ha battuto la Germania negli scorsi Mondiali di Russia.

Van Bommel sembra intenzionato a riproporre anche quest’anno un attacco molto fluido: non è raro, infatti, vedere il numero 11 biancorosso svariare su tutte le posizioni del reparto offensivo: da destra, a sinistra al centro.
Lozano può, quindi, sentirsi libero di effettuare le proprie giocate da qualsiasi posizione e in qualunque momento. Se, ad esempio, Lozano si trova in fascia, i suoi compagni, anche a costo di lasciarlo isolato a fronteggiare gli avversari, gli creano lo spazio in attesa di una sua giocata. Ad una rapida accelerazione, infatti, abbina una discreta abilità nel dribbling che lo rende spesso immarcabile. Nonostante questo, i numeri dello scorso anno non sono stati così esaltanti: è stato solo 24° tra i giocatori di Eredivisie per numero di dribbling effettuati ogni 90 minuti (4.1) con una efficacia del 56%. D’altra parte, però, è stato uno dei primi 5 passatori del campionato olandese con un totale di 2.9 passaggi chiave per partita.

Lozano ha spesso dimostrato di avere anche una buona intensità in fase di pressing che lo renderà sicuramente adatto anche alle richieste di Van Bommel.
Tra gli aspetti in cui dovrà cercare di migliorare c’è sicuramente quello comportamentale: 4 cartellini gialli e 2 rossi rappresentano numeri eccessivi per un’ala e sono il sintomo di una lucidità che, a volte, viene a mancare. In questa occasione viene espulso per un intervento su Dumfris, l’anno scorso con la maglia dell’Hereenven.

Come gioca il Psv?

Il Psv fa della verticalità il proprio principale concetto tattico. Come fatto già notare, però, Van Bommel ha aggiunto al sistema di gioco una maggiore aggressività. Ultimamente a farne le spese in campionato è stato l’Ajax che, nella sfida di domenica scorsa, ha fatto molta fatica a mettere in pratica il suo tipico calcio basato su possesso e azioni manovrate. La partita, terminata col risultato di 3 a 0 (punteggio probabilmente esagerato per quanto visto in campo) ha mostrato quanto possa essere efficace il pressing del Psv, soprattutto nelle fasi di gioco statiche, come il rinvio del portiere avversario.

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In questo video possiamo apprezzare alcune iniziative di pressing del Psv contro Ajax e Barcellona, due squadre che prediligono manovrare da dietro. 

In fase di possesso i Boeren si schierano, normalmente, con il 4-2-3-1 in cui i due mediani mantengono una posizione abbastanza arretrata e la creatività offensiva è demandata principalmente ai 3 uomini del reparto d’attacco più eventualmente a Gastón Pereiro, il trequartista, che detta i tempi d’attacco con la sua creatività (non poteva essere altrimenti per uno che porta il tatuaggio di Recoba al braccio). Solitamente la costruzione della manovra non passa dai piedi dei due centrali, data la loro non eccelsa qualità tecnica e che, con il pallone tra i piedi, cercano soprattutto di minimizzare i rischi.
Si punta, quindi, o al gioco sulle fasce o direttamente al lancio lungo per sfruttare la conquista della seconda palla: sono 20.3 i duelli aerei vinti dai Boeren, il numero più alto tra le prime cinque squadre del campionato.
Il gioco di sponda del centravanti De Jong, invece, si rivela fondamentale per creare spazio agli inserimenti di Bergwijn e Lozano. I meccanismi e le combinazioni che portano il Psv alla creazione di pericoli nelle aree avversarie sono abbastanza semplici e congeniali alle caratteristiche delle due ali: come possiamo vedere dal seguente video, non è raro, infatti, che il lancio lungo in profondità venga utilizzato come arma per risalire il campo e sfruttare le caratteristiche dei contropiedisti.

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Spesso le ali si stringono verso il centro del campo e lasciano campo alle avanzate dei terzini che, a turno, si spingono in avanti. In questo contesto la catena sinistra, quella composta da Angelino e Bergwin, è quella che ha mostrato i risultati migliori in termini d’intesa. Sull’altra, invece, date le caratteristiche più difensive di Dumfris unite ad una posizione in campo più alta e ad una natura meno associativa di Lozano (rispetto a Bergwin), non si sono create le stesse connessioni.

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È, però, nei momenti di non possesso che si concentrano i principali difetti del Psv. Quando sono gli avversari ad avere il pallone, i Boeren si schierano solitamente con un 4-4-1-1 in cui Pereiro e Bergwin arretrano sulla linea di centrocampo mentre Lozano e De Jong si posizionano in verticale: alcune volte è lo stesso messicano ad agire da prima punta per sfruttare le eventuali transizioni positive e attaccare la profondità in campo aperto.
Una delle richieste di Van Bommel, sin dal suo arrivo, è stata quella di mantenere una linea difensiva più alta rispetto a quella dell’anno scorso. Questa intenzione si scontra però con alcune difficoltà posizionali del reparto arretrato quando si tratta di difendere all’indietro: a volte, accade, infatti, che i loro movimenti non siano del tutto sincronizzati, tanto che la linea si “spezza” e si vengano a creare situazioni in cui uno o due uomini difendono la profondità (spesso uno di questi è il centrale sinistro Viergever) mentre gli altri si mantengono più alti.

Collage difesa Psv
In queste due occasioni, contro l’Ajax, la difesa del Psv si è dimostrata tutt’altro che coordinata. Anche sul quarto gol subito col Barcelona si è ripetuto questo problema.

La fascia sinistra appare quella più vulnerabile alle manovre offensive avversarie. Non è un caso che Van Bommel richieda a Bergwin di sacrificarsi in copertura e aiutare Angeliño nelle scalate sugli esterni avversari: quando questo non avviene, il Psv si espone a pericolosi cambi di gioco verso quella zona.

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In questo caso sia Hendrix che Angeliño hanno stretto verso il centro scoprendo il fianco sul lato sinistro. Errori come questo potrebbero costare caro in Champions.

Cosa dicono i risultati?

In campionato i risultati sembrano dare ragione a Van Bommel: dopo 6 giornate a punteggio pieno in Eredivisie (compresa la vittoia sugli acerrimi nemici dell’Ajax), il Psv ha fatto registrare una partenza record per una squadra olandese con 24 gol fatti e 3 subiti.

Nonostante il 4 a 0 subìto nella prima sfida dei gironi col Barcellona, i biancorossi si sono dimostrati un avversario ostico (almeno fino a quando Messi non ha sbloccato il risultato con questa punizione) e in termini di expected goals il Barca non si è reso granché pericoloso.
Van Bommel, quindi, sulla scorta del buon lavoro fatto da Cocu sembra aver adottato alcune modifiche tattiche che potrebbero rendere il Psv una squadra ancor più temibile e la sensazione è che comunque, per l’Inter, non sarà affatto semplice fare risultato contro i Boeren.

L’immagine di copertina è tratta dal profilo Twitter ufficiale del Psv.
I dati usati in questo articolo sono tratti da Whoscored.

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